Consigli sull’economato cristiano (Capitolo 51 – da pag. 185 a pag. 190)
di Ellen G. White
Pagare i debiti contratti per i luoghi di culto
Mi rallegro con voi per la vostra decisione di pagare tutti i debiti relativi ai vostri luoghi di culto. Si sarebbe potuta risparmiare un’ingente somma se ogni anno ci si fosse impegnati in questa direzione. Non c’è ragione perché i nostri luoghi di culto continuino, anno dopo anno, a sopportare il peso dei debiti. Se ogni membro di chiesa compie il suo dovere con spirito di rinuncia e sacrificio in favore del Signore, a cui appartiene per diritto di riscatto, affinché la sua chiesa venga alleggerita dai debiti, onorerà Dio.
Le grandi istituzioni, che sono strumenti a disposizione di Dio, non devono indebitarsi. Ogni anno ingenti somme sono spese per gli interessi dei debiti. Se questo denaro fosse utilizzato per estinguere il debito, non sarebbe necessario impegnare somme considerevoli per pagare gli interessi. L’abitudine di contrarre debiti è veramente negativa. Come sarebbe preferibile, tramite sforzi costanti, procurarsi il denaro necessario per la costruzione affinché il luogo di culto possa essere inaugurato senza nessun tipo di debiti. Quando costruiamo una chiesa vogliamo impegnarci con perseveranza per offrire a Dio, il giorno della consacrazione, un luogo di culto libero da ogni debito? (…)
Il Signore mi ha mostrato che le nostre chiese in Australia e Nuova Zelanda non devono essere oberate dai debiti. Il debito provoca trascuratezza per le cose sacre perché motivazioni personali ed egoistiche hanno la preminenza e assorbono tutti gli interessi. (…) La chiesa di Dio deve ricevere i nostri onori e tutto il resto deve essere considerato in secondo piano. Le nostre idee devono essere elevate, nobilitate e santificate. La mondanità e l’avidità sono state tollerate dai genitori nei figli, nella famiglia e fra gli amici. Il denaro è stato utilizzato per fini e in momenti in cui non serviva per onorare Dio, e creava un danno reale. Sono stati fatti doni a figli, genitori e amici mentre le offerte, destinate per scopi che Dio poteva gradire, sono state ridotte in entità e frequenza. (…)
Ipoteche sui luoghi di culto
Le domande che si deve porre ogni cristiano sono queste: provo un profondo amore per Gesù? Amo la sua casa? (…) Il mio amore per Dio e per il mio Redentore è sufficientemente forte da spingermi alla rinuncia? Quando sono tentato di esaudire i miei desideri e dedicarmi a distrazioni egoistiche riesco a dire “Non spenderò nulla per me stesso fino a quando la casa di Dio è ipotecata o è costruita grazie ai debiti”? Il Cristo non deve essere l’oggetto delle mie maggiori preoccupazioni? Non deve esigere questo segno del nostro rispetto e della nostra lealtà?
Tutto ciò deve motivare la nostra vita affettiva nella famiglia e nella chiesa. Se lo spirito, la mente, le energie sono interamente consacrate a Dio, se tutta la nostra affettività è concentrata su di lui, Dio avrà il primo posto. Vi rende rete conto cosa significa collaborare con Gesù in un’opera sacra. L’edificio costruito come luogo di culto non poggerà sui debiti. Una realtà simile significherebbe quasi rinnegare la vostra fede. — Lettera 52, 1897.
I debiti relativi ai luoghi di culto disonorano Dio
Perché non estinguere i debiti?
Dio accusa i membri di chiesa di essere pigri. Egli non vuole che le cose sacre vengano trascurate e lasciate andare in rovina. Se ogni chiesa si sacrificasse le cose cambierebbero. “Mio è l’argento e mio è l’oro, dice l’Eterno degli Eserciti”. Aggeo 2:8.
Quando quest’oro e questo argento vengono utilizzati per fini egoistici, per soddisfare le proprie ambizioni, l’orgoglio o i desideri, Dio è disonorato.
Degli uomini a cui erano state affidate delle responsabilità non si rendono conto che la realtà attuale è frutto della loro trascuratezza?
Quando i membri di chiesa si preoccupano di abbellire le loro case utilizzando il denaro che appartiene a Dio (…) per scopi egoistici, mentre i fondi utilizzati dovevano servire a mantenere la casa di Dio nel miglior stato possibile e nessuna somma doveva essere prelevata per le spese correnti, essi non potranno essere benedetti.
Ho ricevuto un messaggio dal Signore: le chiese devono risvegliarsi dal loro torpore e riflettere. “Mio è l’argento e mio è l’oro, dice l’Eterno degli eserciti”. Aggeo 2:8.
In quante famiglie utilizziamo l’argento e l’oro che appartengono a Dio per scopi egoistici senza far nulla per ridurre il debito della chiesa? Le chiese sono sommerse dai debiti non perché non possano pagarli, ma a causa dell’egoismo dei membri. Una tale trascuratezza disonora Dio e se le vostre entrate ne risultano limitate, conoscete qual è la causa. Se mettete il Signore al primo posto e comprendete che i debiti che gravano sulla sua chiesa lo disonorano, Egli vi benedirà. — Manoscritto 116, 1897.
Sono necessari consigli e collaborazione
Una rilassatezza insostenibile
Non è assolutamente necessario che il comitato e la chiesa di …. siano aggravati dai debiti così come lo sono attualmente. Questa è la prova di un’amministrazione incauta. Dio ci esorta a sperimentare lo spirito di rinuncia. Egli chiede delle offerte a coloro che possono farne, anche i membri poveri sono in grado di collaborare. Quando si manifesta la volontà di agire, Dio indica delle possibilità. Il Signore non approva un’amministrazione aggravata dai debiti.
Lo spirito di rinuncia permetterà a coloro che non si sono impegnati nel passato di fare qualcosa e di dimostrare che credono agli insegnamenti della Parola e alla verità per il nostro tempo. Tutti, giovani e anziani, genitori e figli devono manifestare la loro fede tramite le loro opere. La fede è resa perfetta dalle opere. Noi viviamo le ultime fasi della storia di questo mondo, ma soltanto pochi se ne rendono conto, perché l’attaccamento alle realtà terrene è venuto a interporsi fra Dio e lo spirito. — Lettera 81, 1897.
Costruzione della chiesa e della scuola di avondale
Avevano atteso da molto tempo questo momento e ora avevano perso un po’ di speranze. Rimaneva ancora molto da fare prima che fosse conclusa la costruzione, i fondi disponibili erano finiti e quindi i responsabili della costruzione dichiararono che i lavori non sarebbero stati completati per la data fissata. Noi rispondemmo che il momento previsto doveva essere rispettato: l’anno scolastico doveva iniziare. Abbiamo presentato il problema alla chiesa rivolgendo un appello ai volontari. Trenta uomini e donne offrirono la loro collaborazione e anche non disponendo di molto tempo, si misero al lavoro giorno e notte fino a quando la costruzione non fu terminata, pulita e arredata, pronta per essere utilizzata nel giorno fissato per l’apertura.
La fede e la lealtà dei membri di chiesa furono sottoposti a una nuova prova quando arrivò il momento di costruire il luogo di culto. Ci riunimmo in comitato per risolvere questo problema. La via da percorrere era piena di difficoltà. Alcuni dissero: “Costruite subito un piccolo edificio e quando avremo altro denaro lo ingrandiremo perché per ora non possiamo permetterci di impegnarci di più”. Altri dissero: “Aspettiamo fino a quando non avremo il denaro sufficiente per costruire un edificio adatto”. Pensavamo di adottare questa posizione, ma durante la notte la parola del Signore mi fu rivolta in questi termini: “Iniziate a costruire immediatamente”.
Decidemmo quindi di metterci al lavoro e con fede iniziammo le fondamenta. La notte seguente, ricevemmo dal Sud Africa un assegno di duecento sterline. Si trattava di un dono del fratello e della sorella Lindsay, di Città del Capo, per aiutarci nella costruzione di questo luogo di culto.
La nostra fede era stata messa alla prova, avevamo deciso di iniziare il lavoro ed ecco che il Signore ci affidava una considerevole offerta per permetterci di iniziare. Grazie a questo incoraggiamento il lavoro poteva iniziare seriamente. Il comitato della scuola offrì il terreno e un dono di cento sterline. L’Unione ne inviò duecento e i membri di chiesa offrirono secondo le proprie possibilità. Alcuni amici non avventisti ci aiutarono, i costruttori offrirono una parte del loro tempo e ciò valeva quanto il denaro.
In questo modo il progetto fu realizzato e ora abbiamo un bel luogo di culto con quattrocento posti. Ringraziamo il Signore per questa chiesa in cui possiamo adorarlo. Egli conosce tutte le peripezie che abbiamo affrontato. Quando si presentavano delle difficoltà il fratello Haskell, che dirigeva i lavori, riuniva gli operai e insieme invocavano la benedizione del Signore sulle loro persone e sull’opera da compiere. Il Signore esaudì le loro preghiere e la chiesa fu terminata in sette settimane. — The Review and Herald, 1 novembre 1898.
Counsels on Stewarship (Chapter 51 – from page 259 to page 265 )
Lifting Debts on Church Buildings
The Lord’s great centers, His own instrumentalities, should be free from all debt. Every year many pounds [Written from Australia.] are being swallowed up by the interest paid on debts. If this money was all appropriated to settle the principal, the debt would not be eating, eating, and ever eating. It is a poor, wretched policy to go into debt. If the money that is needed to build could be first accumulated, by strenuous efforts, and the church dedicated free from debt, how much better it would be. O, shall we not make it a rule when building a house for the Lord, to put forth earnest, persevering efforts, that it may be dedicated to Him free from debt….
The Lord has shown me that debts need not be left on our meetinghouses in Australia or New Zealand. A debt in every case means a neglect of God’s special, sacred things; for selfish, common things are made first and all-absorbing…. The very highest
honor is to be shown to God’s tabernacle. Every other consideration should be second to this. Our ideas must be elevated, ennobled, and sanctified. Worldliness and covetousness have been indulged by parents for their children and for relatives and friends. Money has been appropriated when and where it could not honor God, where it has done positive harm. Gifts have been liberally bestowed on children and relatives and friends, while the gifts that have been made to that which the Lord honors, have been stinted and limited in value and in recurrence….
Self-Denial and the Church Mortgage
The test question for every Christian to ask himself is, Have I, in my innermost soul, a love for Jesus? Do I love His tabernacle?… Is my love for God and my Redeemer strong enough to lead me to deny self? When temptations come to indulge in pleasure and selfish enjoyment, shall I not say, No, I will not spend one shilling or even sixpence for my own gratification while the house of God is under mortgage, or bearing the pressure of debt?
Should not Christ have our first and highest consideration? Should He not demand this token of our respect and loyalty? These very things underlie our heart life, in the home circle, and in the church life. If the heart, the soul, the strength, the life, is surrendered wholly to God, if the affection is given wholly to Him, you will make God supreme in all your service. The result will be that you will have a sense of what it means to be a partner with Jesus Christ in the sacred firm. The building erected for the worship of God will not be left crippled with debt. It will appear almost like a denial of your faith to allow such a thing.—Letter 52, 1897)
Church Debts Dishonoring to God
Why the Debts Remain
Slothful servants is the charge that God makes of those in the churches. His will is not done when sacred things are left to remain in a withered, neglected condition. Self-sacrifice, self-denial in every church would change the order of things. “The silver is Mine, and the gold is Mine, saith the Lord of hosts.” When that gold and silver is used for selfish purposes, to gratify ambition or pride or selfish indulgence, as has been done, God is dishonored.
Can those who are representative men be so sound asleep that they do not comprehend that the state of things that exists is a result of neglect on their part? When the people chosen by God embellish their own houses, and invest God’s money in … various things for selfish gratification, knowing that the very means thus used should be used to keep the house of God in the very best condition, that no means may be taken from the treasury to defray running expenses, they cannot be blessed.
I have a message from the Lord. The churches must awaken from their torpor, and think of these things. “The silver is Mine, and the gold is Mine, saith the Lord of hosts.” Are we as families appropriating the Lord’s silver and gold to selfish purposes, and doing nothing to lighten the debt on His house? The churches are burdened with debt, not because it is impossible for them to be freed, but because of selfish indulgence on the part of the members. By this neglect God is dishonored, and if He binds about your resources, be not blind as to the cause. When you place the Lord first, and realize that the Lord’s house is dishonored by debt, God will bless you.—Manuscript 116, 1897.
Need for Counsel and Cooperation
You will need in every move you make to know that you are moving in that way that you will not follow your own judgment, but the united advice of your brethren. You have failed in this work, working too much independently…. You can borrow money. But have you taken your brethren right along with you in your building plans? Have you yoked up with them, and they with you? … One man’s mind and judgment is not to be allowed to become an efficiency in any case where the building of a church is concerned. It takes every member of the church who can carry responsibilities, and the minister is not the man to lift this work alone…. This is a lesson you must learn, to seek the mind and judgment of your brethren, and not advance without their advice, counsel, and cooperation.—Letter 49, 1900.
An Inexcusable Laxness
The—-college and church need not be loaded with debt as it is. This shows unwise stewardship. God calls for self-sacrifice. He calls for offerings from those who can give, and even the poorer members can do their little. And when there is a will to do, God will open the way. But the Lord is not pleased with the management. He does not design that His cause shall be trammeled with debt.
Self-denial will enable those who have done nothing in the past to do something tangible, and show that they believe the teachings of the word, that they believe the truth for this time. All, both old and young, parents and children, are to show their faith by their works. Faith is made perfect by works. We are in the very closing scenes of this earth’s history; yet there are but few who realize this because the world has come in between God and the soul.—Letter 81, 1897.
Building the Church and School at Avondale
When the time came for this meetinghouse to be built, there was another test of faith and loyalty. We had a council to consider what should be done. The way seemed hedged about with difficulties. Some said: “Enclose a small building, and when money shall come in, enlarge; for we cannot possibly complete at this time such a house as we desire.” Others said, “Wait till we have money with which to build a commodious house.” This we thought to do; but the word of the Lord came to me in the night season, “Arise, and build without delay.”
We then decided that we would take hold of the work, and walk out by faith to make a beginning. The very next night there came from South Africa a draft for two hundred pounds. This was a gift from Brother and Sister Lindsay, of Cape Town, to help us in building the meetinghouse. Our faith had been tested, we had decided to begin the work, and now the Lord put into our hands this large gift with which to begin.
With this encouragement the work was begun in earnest. The school board gave the land and one hundred pounds. Two hundred pounds was received from the union conference, and the members of the church gave what they could. Friends outside of the church helped, and the builders gave a part of their time, which was as good as money.
Thus the work was completed, and we have this beautiful house, capable of seating four hundred people. We thank the Lord for this house in which to worship Him. He understands all the strait places through which we were brought. When difficulties arose, Elder Haskell, who was superintending the work, would call the workmen together, and they would pray earnestly for God’s blessing upon themselves and the work. The Lord heard prayer, and the house was completed in seven weeks.—The Review and Herald, November 1, 1898.